Robert O. C. Kelly
Il libro di pietra - La tavola sacra
Un romanzo avvincente e ricco di suspense. Alberto, un brillante professore universitario ed esperto di esoterismo, si ritrova inaspettatamente coinvolto in un mistero secolare. Un ritrovamento casuale lo conduce alla scoperta di un antico libro, custode di segreti oscuri e poteri insondabili. Questa scoperta lo porta a incrociare il cammino degli Eterni, un'antica e potente setta che custodisce conoscenze e pratiche esoteriche che sfidano il tempo.
Il romanzo si snoda tra inseguimenti mozzafiato, inganni, rivelazioni scioccanti e struggenti storie di amore e tradimento. Alberto, insieme al suo amico Amerigo, un ricco ereditiere e membro di una loggia massonica, si trova immerso in una lotta per il potere che va oltre la comprensione umana, dove il confine tra realtà e leggenda diventa sempre più labile.
La narrazione, agile e coinvolgente, porta il lettore in un viaggio attraverso secoli di storia e misteri inesplorati, toccando temi come l'immortalità, il destino e la natura dell'anima umana. Mentre Alberto si addentra sempre più nel labirinto degli Eterni, si trova a confrontarsi con la propria coscienza, le proprie paure e le proprie speranze, in un crescendo di colpi di scena che mantengono alta la tensione fino all'ultima pagina.
"Il libro di pietra" è una storia di ricerca, sacrificio e scoperta, dove ogni personaggio è finemente delineato e ogni dettaglio è parte di un disegno più ampio. È un romanzo per chi ama le storie che intrecciano il mistero storico con il thriller esoterico, un viaggio affascinante nella storia segreta del mondo e nelle profondità dell'anima umana.
Estratto
Marsiglia (Francia), 1412
Il silenzio del monastero era rotto solo dallo scricchiolio della penna che l'anziano monaco faceva scorrere sulla pergamena. I raggi del sole al tramonto filtravano attraverso le finestre ad arco, gettando lunghe ombre sui muri spessi e sulla scrivania di legno dove il monaco lavorava instancabilmente. Fratel Matteo, con la sua folta barba bianca e le mani ormai segnate dalle rughe del tempo, si concentrava sull’arduo compito davanti a lui.
La sua espressione, concentrata e assorta, rifletteva la tensione interiore di chi si trova di fronte a un enigma tanto grande quanto la sua fede.
Lo strano libro, un manufatto straordinario lasciato in custodia da un giovane viaggiatore, riposava aperto sulla sua scrivania. Era stato realizzato con una tecnica oscura e incomprensibile all’anziano scrivano, le sue pagine riflettevano colori meravigliosi se esposti direttamente alla luce ed erano dense di testo appartenente a una lingua a lui sconosciuta.
Da mesi oramai, l’anziano monaco procedeva alla copia pedissequa del libro con meticolosità e dedizione. Ogni giorno, per ore senza fine, le sue dita affusolate muovevano la penna con precisione, tracciando caratteri che sembravano danzare nella luce morente. Il tempo era un nemico invisibile; doveva fare presto, il legittimo proprietario poteva essere di ritorno da un giorno all’altro.
Nella sua lunga vita dedicata alla trascrizione di sacre scritture e di testi antichi, non aveva mai incontrato un manoscritto così complesso e sfuggente, e quell’ingrato compito si era rivelato molto più arduo del previsto.
All’inizio del lavoro, il monaco aveva tentato di tradurre quella lingua a lui sconosciuta, ma successivamente, dopo molti tentativi senza ottenere nessun risultato, aveva abbandonato qualsiasi speranza e si era rifugiato in un lavoro di mera copia, come un’analfabeta che tenta di copiare un testo sacro.
I caratteri gli erano completamente sconosciuti e si limitava a copiare solo i tratti senza poter sapere se quanto trascritto corrispondesse veramente al testo originale. L’unica cosa positiva, stava nel fatto che il lavoro svolto fino a quel momento non conteneva correzioni di nessun tipo, dal momento che non si poteva sapere se c’era o meno un errore non si poteva neanche correggerlo.
Ma la cosa che lo incuriosiva maggiormente di quel libro erano i disegni che ornavano le sue pagine che, anche se molto sottili, avevano la consistenza della pietra. Purtroppo, anche in quel caso non gli sarebbe stato possibile riprodurre quei disegni così perfetti, ma almeno in quell’occasione, anche se non completamente, era cosciente di ciò che rappresentavano. Erano stati realizzati con splendidi colori e risultavano essere sorprendentemente vividi al tatto, quasi come se fossero stati scolpiti con la tecnica del bassorilievo. Questo dettaglio era ancora più straordinario considerando lo spessore delle pagine, paragonabile a quello di una pergamena. I disegni ritraevano per lo più piante e radici, anche se completamente sconosciute al monaco. Altri sembravano richiamare le stelle e raffiguravano diagrammi di astrologia e astronomia, ma anche in questo caso gli risultava alquanto difficile capire cosa effettivamente ritraessero. Vi erano poi molte raffigurazioni di donne completamente nude, spesso immerse fino alla vita in strane vasche colme di uno strano liquido scuro e per finire, il resto dei disegni rappresentavano figure vagamente simili a bolle, petali di fiori e ampolle.
Ogni pagina sembrava nascondere segreti che solo pochi eletti potevano comprendere, e lui, un umile frate, si sentiva a tratti sopraffatto dal mistero che quelle pagine celavano.
Quello che aveva portato fratel Matteo a impegnarsi in quel duro lavoro, era la sensazione di avere tra le mani una sorta di libro magico, alchemico, e che, una volta decifrato, potesse rivelare un segreto in grado di curare tutte le malattie conosciute. Almeno era quello che sperava. Gli serviva solo il tempo necessario a venirne a capo e l’unico modo era quello di possederne una copia prima che il proprietario tornasse a reclamarlo.